Finita ieri la terza serie di Dowton Abbey di cui ahimè conoscevo il finale. Prima che riprenda, Mary avrà saputo della morte di Matthew e ci saremo risparmiati un bel po’ di disperazione. A parte questo non proprio piccolo ma ormai assimilato particolare, offriva alcune stupende immagini di luoghi che amo e dove torno appena posso. Le migliori , decisamente, quelle delle Highlands e della brughiera. Meno suggestive ma comunque affascinanti quelle che ritraevano il Castello di Inveraray, di proprietà del Duke of Argyll, tuttora residente e in giovane età , Capo del Clan Campbell.
Il Tartan caratteristico del Clan Campbell, uno dei più potenti, era indossato da “Shrimpy” e signora.
Il motto Ne obliviscaris / Do not forget mi ricorda di ricordare il noto personaggio creato da Tiziano Sclavi, Dylan Dog, e il racconto “La zona del crepuscolo”, ambientato ad Inveraray.
Dylan: “Cos’è la zona del crepuscolo?” Terence: “e’ un confine, un attimo dilatato all’infinito, è il momento in cui la vita non è ancora morte, e la morte è ancora vita”.
Particolare, questo, che dovrebbe riconciliare anche i più giovani a luoghi che sembrano adatti solo a nostalgiche e romantiche signore di mezza età. Se per una qualche ragione vi capitasse di arrivare ad Inveraray al crepuscolo, metti che anche la Provvidenza faccia la sua parte, non potrete che tornarci. Cosa che a quanto pare non accadde a , Robert Burns che ad Inveraray dedicò poche e non entusiastiche righe e che Dear Sir, mi dispiace, questa volta non condivido.
Inveraray
There’s naething here but Highland pride, And Highland scab and hunger:
If Providence has sent me here, ‘Twas surely in his anger.
Robert Burns